Il caso Ruby: ultimo atto. (12.05.2013)

Questa sera ho assistito allo speciale di Mediaset su canale cinque: LA GUERRA DEI VENT’ANNI- RUBY ULTIMO ATTO. Direi che si tratta di un filmato-verità che dovrebbe esser visto da tutti gli italiani. Specialmente tutti coloro che danno per scontate alcune prese di posizione su Berlusconi dovrebbero prendere atto  che questa professionale, documentata e precisa ricerca storica della verità su tutti gli atti processuali dell’ex Presidente del Consiglio chiarisce molto bene come esista il rischio che in questo Paese, in alcuni casi, la giustizia può non essere veramente uguale per tutti.

Il filmato chiarisce anche troppo bene i fatti che quasi tutte le testate sia giornalistiche che televisive ci hanno prospettato in relazione al fatto che Berlusconi affermasse che Ruby fosse la nipote di Mubarak.  Hanno cercato di far apparire, nel migliore dei casi, bambineschi e creduloni chi non denunciava la falsità di quella dichiarazione utilizzata, a loro dire, soltanto per giustificare o nascondere fatti inconfessabili di Berlusconi. Per mesi, quasi tutti i giorni, ad ogni appuntamento televisivo usciva ed ancora esce il concetto che i deputati PDL chiamati a votare sull’argomento fossero stati tutti ridicolmente obbligati dal loro “padrone” a votare un qualcosa di cui ognuno di loro “si dovrebbe vergognare”.

Oggi, se ce ne fosse stato ancora bisogno, dopo la visione di questo filmato ricostruttivo di tutta la vicenda è per tutti, non solo per gli addetti ai lavori, TUTTO MOLTO CHIARO: i vari passaggi anche precedenti alla sera della famosa telefonata in questura stabiliscono senza alcun dubbio che il Presidente Berlusconi aveva parlato di Ruby  anche con Mubarak che gli aveva confermato di considerare  la madre come facente parte della sua parentela. Su questo esistono testimonianze certe dei presenti al colloquio compresi i traduttori. Berlusconi fece benissimo a fare quella telefonata tendente ad evitare, al limite, anche un incidente diplomatico analogo a quello di cui in quel momento si stava occupando relativo al figlio di Gheddafi con problemi in Svizzera.

Quel voto in Parlamento, che tutta la Sinistra tende a ridicolizzare, rispondeva invece esattamente alla convinzione che ogni deputato PDL  aveva maturato  dopo aver potuto analizzare fatti,  testimonianze ed atti processuali che, prima di tutti noi, avevano potuto appurare grazie al loro interesse diretto alla questione.

--------------------------------------------------------------

13.5.ore 21,45

da Piazzapulita -La7

La rabbia sociale fa parte della democrazia ma se rivolta verso le idee non certamente verso le persone.

Questo il concetto espresso dal prof. Fitoussi della Luiss che chiarisce molto bene come in questo Paese la rabbia sociale si rivolge solo verso Berlusconi.

Luttwak invece chiarisce altrettanto bene il perchè in tutto il mondo democratico nei confronti di un rinvio a giudizio ci si dimette ed in Italia ciò non succede quasi mai. Chiarisce Luttwak che negli altri paesi la giustizia viaggia in modo diverso da quella italiana. Non ci si può dimettere tranquillamente quando si rischia che per difendersi nel processo trascorrano anni e la propria vita venga distrutta prima di eventuali condanne. Ricordiamo quando Berlusconi si dimise da Presidente del Consiglio dopo aver ricevuto avviso di garanzia sul palco internazionale di napoli e dopo anni venne assolto per non aver commesso il fatto contestato.

 

1 ora e 47 secondi di requisitoria della Boccassini con la quale vuole condannare Berlusconi

Deborah Bergamini 14.05.2013

Non difendiamo solo Berlusconi ma un percorso politico, dei valori, delle battaglie politiche....